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NESSUNA MAMMA È SOLA: DIFFICOLTÀ E STIGMA SOCIALE

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Diventare mamme è un’esperienza che porta con sé un bagaglio molto complesso. Si tratta di un bagaglio che contiene vari elementi: le aspettative personali di felicità e tenerezza, a cui si accompagnano le aspettative imposte dalla società, che vuole madri sempre perfette e performanti, che non si lamentano mai e vivono i delicatissimi mesi successivi al parto sempre con il sorriso.

È importante sapere che, per moltissime donne, tutte queste aspettative potrebbero venire deluse.

La gravidanza e il periodo immediatamente successivo sono, in realtà, molto complessi e stressanti fisicamente ed emotivamente per la neomamma che, proprio per questo, può incorrere in una serie di problematiche e disturbi più o meno gravi.

Solitudine e senso di inadeguatezza

Sentirsi sole e incomprese, credere di non essere all’altezza, sentirsi in colpa. Sono tutte sensazioni estremamente comuni tra moltissime donne subito dopo il parto.
Infatti, l’esperienza della maternità ha un impatto enorme sulla psicologia della donna. Tutto è nuovo, cambiano i ritmi, le abitudini e bisogna imparare tutto da zero perché ogni bambino è diverso e, come tale, va conosciuto e compreso.

Questo processo, spesso, può non essere immediato.

A questo si aggiunge il confronto costante con le altre mamme. Soprattutto sui social network siamo abituati a vedere neomamme giovani, bellissime, sempre alla moda e sempre sorridenti che girano il mondo con i propri bambini neonati senza mai un capello fuori posto o un’occhiaia.
Case da sogno sempre pulite e in ordine, capelli in piega e trucchi elaborati accompagnano il quadro di quella che è la figura della “madre perfetta”.
È bene, però, che ogni neomamma tenga presente che questa figura non esiste, ma si tratta di un personaggio costruito a fini della comunicazione.

Come se non bastasse, la società ancora oggi rappresenta la maternità come la condizione ideale nella vita di una donna, alla quale vale la pena sacrificare lavoro, amicizie, relazioni e hobby. E per la mamma che non lo fa? Giudizi e sensi di colpa.

Sebbene, ad un occhio razionale, tutto questo appaia chiaramente una montatura imposta dalla società, in un periodo emotivamente delicato come quello della gravidanza e del post-partum, tutto ciò rappresenta un fattore di trigger per sentimenti negativi e disturbi a volte anche piuttosto complessi.


Depressione post-partum

Nei casi più gravi, il senso di solitudine e l’inadeguatezza sfociano in un disturbo dell’umore noto come depressione post-partum.

È importante chiarire sin dall’inizio che la depressione post-partum non ha nulla a che vedere con la forza di volontà, con la capacità di tollerare il dolore o la stanchezza o con la fortuna. Si tratta di un disturbo dell’umore di cui la donna non ha nessuna colpa e che colpisce tra il 12% e il 15% delle neomamme.

I primi sintomi a cui prestare attenzione sono:

  • una generale difficoltà nel prendere decisioni per sé o per il bambino;
  • umore stabilmente basso;
  • sentimenti di colpa e perdita di speranza nel futuro;
  • perdita di interesse o di piacere nel fare le cose, unita alla sensazione che questo piacere non tornerà più.

In più la depressione post-partum può influire sul sonno, con insonnia o sonnolenza costante, e sull’appetito, sfociando in casi di iporessia (mangiare molto poco) o di fame incontrollata.

Un altro sintomo comune nei casi di depressione post-partum è legato al rapporto con il bambino. Le neomamme affette da questo disturbo, infatti, spesso non riescono a provare emozioni nei confronti del proprio bambino e vivono la maternità come spettatrici esterne, si sentono inadeguate al ruolo di madre, percepiscono la cura del bambino come un impegno insostenibile e hanno paura di rimanere da sole con lui.

Tutto questo non è una colpa: è solo la conseguenza di questo tipo di depressione.

Come guarire?

Le sofferenze delle neomamme e, soprattutto, la depressione post-partum sono ancora oggi uno stigma. Spesso, parlarne genera vergogna e attira giudizi indesiderati nei confronti della protagonista.
Tuttavia, l’unico modo per superare queste difficoltà è parlare.
Bisogna, infatti, superare la paura di non essere compresi e condividere questi pensieri negativi con chi ci sta accanto. Il nostro compagno, per esempio, nostra madre, un’amica, la ginecologa: insomma, qualcuno che ci possa aiutare.
Parlare delle proprie sensazioni è l’unico modo per superare o, nel caso di depressione post-partum, per individuare i campanelli d’allarme di un disturbo che, se non curato, tende a diventare cronico.
In questo secondo caso, poi, l’unica strada per stare meglio prevede una terapia presso uno specialista che si occupi con noi della nostra situazione.

Essere mamma è un’avventura bellissima, ma la perfezione non esiste. Il confronto con altre mamme (“reali”) può essere un metodo utile per non sentirsi sole e inadeguate.

Nessuna mamma è quella perfetta, perché tutte le mamme sono perfette a modo loro.

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