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IL LAVORO DEI BAMBINI: SCOPRIAMO L’IMPORTANZA DEL GIOCO

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Maria Montessori definiva il gioco dei bambini un “lavoro”. Per gli adulti è molto complesso comprenderne il senso perché, comunemente, siamo abituati a ritenere il lavoro come un’attività legata al “dovere”, al “sacrificio” e alla “pesantezza”. Montessori, però, sceglieva di utilizzare questa definizione poiché aveva attestato che il bambino mentre gioca compie delle attività serie e importanti che consentono l’affinamento o la conquista di competenze e abilità. Quindi, compie un lavoro a tutti gli effetti.

Ma quanto è importante il gioco per i bambini?

Gioco e apprendimento

Giocare e apprendere sono due attività fortemente interconnesse, poiché giocando il bambino, non solo acquisisce le competenze cognitive di base, ma impara nozioni, concetti e strategie specifiche senza rendersene conto. Il gioco favorisce lo sviluppo delle strutture nervose necessarie a comprendere e valutare le conseguenze delle nostre azioni, il rispetto delle regole e importanti aspetti etici come solidarietà, amicizia, rispetto, senso di colpa.

Per questo, alcuni studi hanno dimostrato come una riduzione eccessiva del gioco possa inficiare il corretto sviluppo della corteccia frontale fondamentale per lo sviluppo delle competenze sociali e della comprensione dell’altro. Mentre, altri studi dimostrano che giochi basati su movimento e attività aerobica favoriscono lo sviluppo di attenzione, memoria e apprendimento.

Il gioco in base all’età

L’evolversi, con l’età del bimbo, del gioco rende chiaro come questo sia associato allo sviluppo delle competenze motorie, sensoriali e cognitive.

Fino ai due anni di età, il bambino tenderà a prediligere i giochi legati alle sue competenze motorie. Infatti, sarà soddisfatto nello svolgere semplici attività come afferrare gli oggetti, muovere le gambe, sollevarsi oppure nel sentirti causa di qualcosa, come quando produce un rumore o provoca degli spruzzi battendo le manine sull’acqua. Si tratta, nel primo caso, di “piacere funzionale” e, nel secondo caso, di “piacere dell’esser causa”.

Dopo i 2 anni è fondamentale che i bambini abbiano a disposizione degli spazi dove poter correre, saltare e osare per scoprire il mondo. La fase che va dai 2 ai 6-7 anni è quella del “gioco simbolico”, che permette al bimbo di sviluppare la fantasia e la capacità di sviluppare ipotesi. Si tratta di giochi nei quali il bambino utilizza oggetti o situazioni immaginarie interagendovi come se esistessero davvero. Il gioco simbolico consente al piccolo di “proiettare” su altri oggetti gli schemi che fanno parte della sua vita quotidiana.

In questa fase è importante anche tenere in considerazione il risvolto del gioco sull’emotività. In età prescolare, il bambino vive piccole delusioni quotidiane che possono essere compensate dal gioco: vorrebbe fare i lavori in casa come il papà, oppure andare in ufficio come la mamma, o guidare l’auto ecc… Grazie al gioco simbolico, il bimbo può realizzare qualsiasi suo desiderio nell’ambiente protetto del gioco e della sua fantasia.

Il gioco e l’“aggressività”

Mentre giocano, i bimbi imparano a conoscere le potenzialità del loro corpo: possono essere aggressivi, fare la lotta, testare i limiti del proprio compagno di giochi. I genitori tendono a preoccuparsi facilmente quando il bambino mette in pratica atteggiamenti aggressivi, ma non sempre deve scattare il campanello d’allarme.

Per capire quando è il caso di intervenire bisogna guardare il nostro bimbo: se sta sorridendo, possiamo stare tranquilli, si tratta semplicemente di una messa in scena, sta solo giocando.

Come bisogna comportarsi?

Come deve approcciarsi un genitore al proprio figlio intento a giocare? Come abbiamo detto all’inizio, il gioco è un’attività seria per i bambini, pari al nostro lavoro. Per questo, è fondamentale avere rispetto dell’attività che nostro figlio sta compiendo. Non bisogna sminuirla o trattarla come un inutile passatempo, perché non lo è. È necessario riconoscere che si tratti di un’attività importante a cui dare il giusto spazio e che sarà utile per permettere al bambino di sviluppare tutta una serie di competenze cognitive fondamentali per la comprensione di elementi quali il rispetto delle regole, la responsabilità, il dovere.

Semmai, prestiamo attenzione al tipo di attività che il bimbo sta svolgendo: se sta, ad esempio, lanciando oggetti in aria alla rinfusa, non alziamo il tono della voce ma guidiamolo per portarlo a svolgere un’attività simile ma costruttiva per la sua crescita.

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